François Truffaut, con accanto Jean Cocteau, Edward G. Robinson e Jean-Pierre Léaud. Nel 1959 all'epoca de I quattrocento colpi.

domenica 19 settembre 2010

CARAMEL

Delicato, intenso, intelligente.
Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, propone un affresco sulle donne ambientato a Beirut.
10 al soggetto ed alla sceneggiatura. È la storia di donne trattata da donne, senza ipocrisia senza retorica, la loro delicatezza ma anche la loro forza. Il suo sviluppo è articolato nel vivere quotidiano, nei piccoli e nei grandi accadimenti. L’amore, il trascorre del tempo, le difficoltà dei sentimenti in fondo non sono altro che la ricerca di un cambiamento autentico.
10 all’interpretazione. È bello vedere un volto sorridere così come è bello vedere lo sguardo tragico di un personaggio che entra dentro a toccare le corde più nascoste. Le protagoniste ci riescono, sempre dall’inizio alla fine
10 alla fotografia. Profonda e a tratti vigorosa, i colori, i toni, la messa a fuoco selettiva. Un equilibro raffinato sempre appropriato.
10 al commento musicale. Costante ma mai scontato, toccante come i temi trattati. Serve per quello che è il suo scopo, sottolineare la narrazione nei suoi punti culminanti.
8/9 al montaggio. È uno svolgimento “alternato” e per questo merita un particolare apprezzamento perché non è facile congiungere attraverso un unico filo narrante le sequenze di ogni singola vicenda. Forse in alcuni momenti non è proprio efficace, ma riesce lo stesso ad assecondare la storia (le storie) con i tempi giusti.

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