sabato 16 novembre 2013
SMILEY
È un film horror del 2012 diretto dal giovanissimo Michael J. Gallagher. La pellicola, che negli USA è circolata dapprima tramite streaming on-line, sembra interessante, oltre che per la trama che si incentra sul labile confine tra realtà ed immaginazione, per alcune riflessioni che si muovono tra l’indagine scientifica e quella filosofica…
Prof.: Allora chi sa dirmi cosa significa metodo scientifico?
Mark: è la modalità usata dalla scienza per spiegare le ipotesi
Prof.: si è vero, il primo passo del metodo scientifico è la formazione delle ipotesi.. ma che cos’è un’ipoesi?
Maria: è un’idea che pensi sia vera
Prof.: vero, e quando pensi che la tua intuizione abbia qualche fondamento che cosa fai?
Mark: …fai un test…
Prof.: esatto, testi la tua supposizione
Ashley: ma che fai se ti accorgi che la tua ipotesi è sbagliata?
Prof.: bella domanda, succede molto spesso. Aggiungi risultati alle tue osservazioni e rivedi la tua ipotesi.
Ashley: no voglio dire: che fai se testando la tua ipotesi ti accorgi che succede qualcosa di impossibile?
Prof.: che vuol dire impossibile?
(…)
Prof.: signori, chi vuole parlarmi del rasoio di Occam?
Mark: Le teorie non vanno moltiplicate più del necessario
Prof.: giusto, però voglio che ora mi spiegate questa teoria con parole vostre. Che cosa voleva dire William Occam?
Maria: La spiegazione più plausibile di solito è la spiegazione più giusta
Prof.: Quindi il rasoio di Occam è una regola o una linea guida?
Maria: una linea guida, perché può essere che a volte la spiegazione meno plausibile sia la spiegazione più giusta.
Prof. Esatto! Tutto questo per rispondere alla domanda che Ashley aveva posto al termine dell’ultima lezione. Come si può spiegare quello che sembra improbabile e quindi impossibile, ma che accade?
Maria: come il soprannaturale?
Prof.: lasciate che vi dica una cosa ben più strana del soprannaturale. Noi sappiamo che ci sono leggi fisiche che reggono l’universo, precise leggi, il più piccolo cambiamento, anche infinitesimale, è sufficiente… la riduzione di una sola particella subatomica, una qualsiasi, è in grado di segnare la fine dell’universo. Niente stelle, niente pianeti, niente vita, niente coscienza … noi non saremmo nemmeno qui a parlare … a meno che non si creda in un Dio il cui unico merito sia quello di essere autore di un piccolo libro di leggi che fissano i pesi, il numero delle particelle, allora dovremmo riconoscere che quelle regole potrebbero essere casuali. Quali sono le implicazioni di ciò che ho appena detto?
Mark: significa che tutto ciò che è successo è successo solo perché sappiamo che è successo..
Prof.: 10 e lode. Questa teoria è stata chiamata principio antropico. Tutto ciò che è accaduto è tale solo perché è già accaduto. Ma c’è un problema con il principio antropico. Ashley che cosa non funziona in questa idea?
Ashley: presuppone che siamo il fine, che siamo lo scopo, in realtà potremmo essere solo amebe, o qualsiasi altra forma di vita necessaria allo sviluppo, forse siamo necessari ad un disegno sconosciuto che si sta sviluppando…
Prof.: per oggi possiamo chiudere così. L’umanità potrebbe essere un passo intermedio nella coscienza, un trilione di volte più sviluppata della nostra. L’uomo ha costruito una rete fatta di milioni di nodi per comunicare gli uni con gli altri.. si chiama internet. E anche se apparentemente ogni nodo è un computer muto, vi prego di non dimenticare che ciascuna cellula del nostro cervello è capace di fare molto meglio…
Mark, Maria: come Terminator, Matrix, Dio…
Prof.: l’uomo non è ancora consapevole di cosa siamo in grado di immaginare. Speriamo solo che quando lo diventerà ne valga la pena… oppure sono solo un mucchio di sciocchezze…
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento