François Truffaut, con accanto Jean Cocteau, Edward G. Robinson e Jean-Pierre Léaud. Nel 1959 all'epoca de I quattrocento colpi.

lunedì 14 giugno 2010

Ju-on (呪怨, Juon). The Grudge. Rancore.

"Quando qualcuno muore in preda a una grande rabbia, ne nasce una maledizione. Tale maledizione si concentra nel luogo della morte. Tutti coloro che entreranno in contatto con essa verranno consumati dalla sua furia"

2 commenti:

  1. In molti film dell'orrore asiatici ho notato la ripetizione dell'elemento acqua. Gli spiriti dei morti spesso escono dall'acqua, spesso sono donne e spesso hanno lunghi capelli a coprire il viso che viene tenuto abbassato. Quando vedi il loro viso vuol dire che stai per morire.

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  2. Due cose, una sulla concezione di anima nella tradizione cinese e una sulla maledizione nella tradizione greca:

    Dell'anima nella tradizione cinese:

    Nelle credenze cinesi, ogni persona ha due anime, una superiore e razionale ed una inferiore e irrazionale. L'anima superiore puó lasciare il corpo durante il sonno ed avere l'aspetto di un doppio del corpo nel suo girovagare. Puó anche possedere e parlare atttraverso il corpo di un altro. Qualsiasi cosa accadesse all'anima mentre si trovi in questo stato di distacco dal corpo, si ripercuoterebbe sul corpo che potrebbe in questo modo soffrire fisicamente.
    L'anima inferiore, al contrario, è chiamata p'ai o p'o e si pensa sia quella che abiti il corpo del feto durante la gravidanza e che spesso indugia nei corpi dei morti. È l'anima che preserva il corpo. Se il p'ai è abbastanza forte, puó preservare e abitare un cadavere per un certo tempo, usando il corpo per le proprie necessità.
    Nella mitologia cinese, quando l'anima di una persona non riesce a lasciare un corpo, si crede che venga creata una creatura chiamata Chiang-shih (o kiang-shi, o anche jiangshi). Solitamente sono create dopo una morte particolarmente violenta, come suicidio, impiccagione, affogamento o soffocamento. Puó esere anche il risultato di una sepoltura impropria, poiché secondo la credenza il morto diventerebbe irrequieto e scontento se la sepoltura dovesse avvenire troppo dopo la morte.
    Il Chiang-shih è anche chiamato cadavere saltellante (per la caratteristica di saltare perché dolore e la rigidità della morte gli impedisce di camminare) o vampiri cinesi. Sono cadaveri rianimati che saltellano in giro, uccidendo le creature viventi per assorbire l'energia vitale (qì) delle loro vittime.

    Della maledizione nel mito greco:
    Nel mito, la maledizione si presentava come punizione da parte di una divinità in collera che ricadeva sui discendenti di un membro della famiglia in seguito ad una offesa arrecatagli. Inoltre, la maledizione o pena, era intimamente legata all’Oracolo di Apollo, e la maggioranza di queste ultime nel mito coinvolgevano un membro o l’altro della famiglia, che consultavano l’Oracolo alla ricerca di aiuto o di un vaticinio per il futuro. Inoltre, nonostante si trattasse di un retaggio del passato, la maledizione rappresentava il fato, ed implicava profezie su ciò che sarebbe avvenuto.
    Aveva il potere di rendere vano qualsiasi sviluppo individuale potenziale, rendendo così la persona un mero veicolo per la manifestazione della maledizione. Solamente mediante la comprensione delle parole pronunciate dall’Oracolo, nell’accettazione del fato decretato, e nell’espiazione secondo le volontà della divinità, si poteva riscattare la maledizione o neutralizzarla. E’ inevitabile che i protagonisti della Tragedia Greca non giungessero né a comprendere né ad accettare l’oracolo. Ancor meno si adoperavano per una corretta espiazione. Ogni individuo poteva sia non essere a conoscenza della maledizione, che sentirsene esente, e, ciononostante, andare incontro ad un destino tanto imposto quanto scelto – conseguenze ereditate, strettamente intrecciate alle scelte compiute nel presente per creare un futuro predeterminato. In varie tragedie greche si vede una maledizione nata dal peccato trasmettersi di generazione in generazione finché la maledizione non tocca un essere perfettamente puro che ne subisca tutta l'amarezza,allora la maledizione si arresta. Si è assai mal
    compreso quel che si dice il Fato nella tragedia greca,non c'è fato, bensì la concezione della maledizione che,prodotta da una colpa, è trasmessa dall'uno all'altro uomo e non può essere distrutta che dalla sofferenza di una vittima pura obbediente a Dio.

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